Sto per partire per il mare, sarà una cosa brevissima, devo sistemare le ultime cose per una piccola casa che ho comprato in Sicilia. Sarà la mia meta per un bel po’ di tempo. Per 20 anni sono andato al mare con i miei genitori, sull’adriatico a San Benedetto del Tronto, poi il cambio e, per altri dieci anni, la montagna sempre nello stesso posto in Trentino.
Oggi stavo ascoltando alla radio le destinazioni degli ascoltatori per le vacanze e mi sono stupito della estrema varietà dei luoghi e delle scelte. C’è chi non va mai nello stesso posto, chi cambia continuamente, città, mare, montagna, vicino , lontano, lontanissimo, oriente, occidente, nord e sud. Un pochino li ho invidiati, io non sarei capace di adattarmi ogni volta, di ricominciare a gustare un luogo per poi pensare subito ad un altro.
Sono un abitudinario che vede nell’abitudine non la noia o la mancata possibilità di fare esperienze nuove ma la possibilità di coltivare luoghi e persone, di costruire basi su cui sentirsi più saldo. Mi innamoro di un luogo e nascono le radici. Penso molto a questa caratteristica perché la rivedo riflessa in tante persone che frequento e in molti pazienti.
Vado da 30 anni dallo stesso dermatologo, ho uno o due ristoranti preferiti e ci vado perché mi conoscono, sanno qualcosa di me e io di loro. Ogni tanto capito in un supermercato diverso dal solito e non mi trovo bene, mi sento un po’ a disagio, spaesato. In quello dove vado sempre, so dove sono tutte le cose, non dimentico nulla e risparmio tempo e quindi mi conviene.
Probabilmente mi converrebbe anche, da un punto di vista economico, provare a cambiare, seguire qualche offerta ma non so se quel piccolo guadagno economico compenserebbe il disagio di frequentare un luogo e delle persone che non mi conoscono.
Capisco i pazienti che vengono da N.O.I. per abitudine anche se spero che abbiano qualche altra motivazione. Li riconosco perché sono le persone che mi parlano più volentieri della loro vita fuori dallo studio. Conosco queste persone e le loro famiglie e, a volte, grazie a questo fatto, riesco anche ad anticipare i loro bisogni o a trovare soluzioni migliori per la loro salute.
Do un grande valore alla consuetudine che genera conoscenza e affidabilità.
Forse è per questo motivo che ho scelto di essere un abitudinario.